Chi ha detto che l’estate è solo mare e relax? Per noi lettori accaniti, è anche il momento perfetto per tuffarsi in un buon libro. Abbiamo setacciato ogni angolo del mondo letterario, dai cataloghi degli editori, ai blog degli appassionati più esigenti, alle classifiche. Ma la nostra sete di novità non è ancora placata. Ebbene, gli editori hanno ascoltato i nostri desideri e ci propongono ancora altri titoli che promettono di farci vibrare.
Vi ricordo anche gli altri due post dedicati ai libri per l’estate; li trovate facilmente, sono in evidenza.
Giovanna J. Giò, una bomba a orologeria con tacco 12, ci trascina in un vortice di risate e rabbia, svelandoci un mondo dove l’amore è un optional e la frustrazione è un diritto. Con un’ironia tagliente e una penna micidiale, Roberta Casasole ci costringe a riflettere sui nostri pregiudizi e a ribellarci contro un sistema che ci vuole tutti uguali. Preparatevi a un’avventura esilarante e provocatoria, che vi farà ridere fino alle lacrime e vi farà pensare a lungo.
Giovanna J. Giò è una donna di straordinaria bellezza e micidiale crudeltà. Ritiene di essere affetta da Sindrome Premestruale Perenne di tipo 1, patologia che la porta a disprezzare chiunque. Se infatti le donne di tipo 3, per via degli estrogeni sono ben disposte nei confronti del genere umano e degli uomini in particolare, e le donne di tipo 2 tengono a bada il disordine ormonale con shopping compulsivo e pinte di prosecco, le donne di tipo 1 – ceppo al quale appartiene Giovanna – non hanno sbalzi di umore, perché sono sempre di pessimo umore.
La loro è, per l’appunto, una sindrome premestruale perenne. A intervalli regolari, Giovanna scrive lettere infuocate all’Inps perché questa “malattia” venga riconosciuta come invalidante: in tal modo lei potrebbe ricevere un assegno mensile, trascorrere il tempo leggendo i capolavori incompresi della letteratura americana e lasciare il suo posto di dottoranda mal pagata in un’università romana.
Giovanna ha infatti due nemici giurati: il mondo intero e il professor Enrico Mazzetti. A 78 anni suonati, Mazzetti non vuole mollare la cattedra malgrado non sappia distinguere Bukowski da John Fante, per il quale Giovanna nutre un amore incondizionato e a cui racconta dentro di sé i propri piani di distruzione e di rinascita.
Graffiante, ironico, caustico: un romanzo trascinante e divertentissimo che mette a nudo, spingendoli al paradosso, i mali del nostro tempo, dalla questione di genere al precariato, dai rapporti di coppia alla salute del pianeta.
Al suo esordio Roberta Casasole ci regala l’epopea selvaggia di una donna scatenata che non ha paura di nessuno e fa a pezzi ogni tabù.
Emma ha trentasei anni e vive a Londra da dodici, una mattina si sorprende adulta: ha un gatto stabile, un compagno stabile, un lavoro stabile in un’università prestigiosa. Sta addirittura per comprare casa e smetterla con la sequela degli amati appartamenti in affitto. Si ritrova involontariamente ossessionata dagli sportelli della cucina, controlla le linee che le stanno comparendo sul viso, mentre si interroga sulla differenza che c’è tra lei e le sue alunne, tra la sua relazione duratura e monogama e il loro modo di destreggiarsi tra varie situazioni sentimentali.
Quello che per anni ha chiamato ‘futuro’ adesso è presente e irrevocabile. Cos’è che l’ha portata in quel preciso punto della vita? Da cos’è composta la sua identità?
Intorno a questo interrogativo, si raccolgono le esperienze che hanno segnato la sua storia: dalla famiglia ormai distante al rapporto con gli uomini e il sesso, dalla relazione con le amiche alla questione, irrisolvibile, della maternità.
Emma sa di essere evoluta eppure rimangono molte domande su questa crescita, questi traguardi raggiunti. E mentre le ore scorrono, emergono dal passato dubbi, disfatte, e le tracce di cose accadute e cadute nel silenzio, cose che suo malgrado l’hanno cambiata per sempre…
La più brava è un esordio eclettico, pieno di ironia e pensiero sul mondo, con una protagonista calata nella contemporaneità, voce delle fatiche e della bellezza del diventare donne oggi.
La sua autrice, Carolina Bandinelli, ci porta con sé in una dimensione generazionale che parla di expat e di desideri, di contagi e conforti, di femminismo e consapevolezze, del non sentirsi mai all’altezza, del non poter essere – nonostante tutto – le più brave.
Italia, Anni ‘70, due bande di tombaroli si scontrano per il primato nel traffico miliardario di antichità etrusche che dalla Maremma viaggiano fino alla California, destinate alle collezioni di mezzo mondo. Molti dei reperti etruschi che oggi sono esposti nelle sale più prestigiose del globo hanno una storia. Una storia come questa.
Tradimenti, vendette, avidità, e l’amore, quello vero, che come spesso accade, dirige gli eventi verso rotte inaspettate. Un’epopea tutta italiana.
1972, Val di Cornia. Bardo è il miglior tombarolo in circolazione. Negli anni è riuscito a costruire un traffico di reperti etruschi che da Populonia viaggiano verso la Capitale, fino in America. La morte improvvisa della moglie è un duro colpo – Bardo non regge al dolore, sparisce in mare. Ma prima lascia i segreti della ricettazione a Giovanni, il figlio. Che però non ha la stoffa di suo padre. Come se non bastasse, le bande di Tuscia e i trafficanti di Roma vedono in questo momento di debolezza una buona occasione per impossessarsi della piazza…
Un romanzo sui legami importanti, il potere dell’immaginazione e su come le nostre avventure più grandi non accadano mai per caso.
Jamie è fissato con il rosso, i motivi geometrici, la pioggia nelle giornate ventose, i gatti e i libri di Edgar Allan Poe. Saranno proprio la tenerezza dei suoi sogni e la sua testardaggine a salvare la piccola comunità irlandese a cui appartiene. All’età di tredici anni Jamie ha due grandi desideri: costruire una macchina del moto perpetuo ed entrare in contatto con sua madre Noelle, morta nel darlo alla luce. Due cose che per lui sono strettamente collegate. E nella nuova scuola, dove si sente travolto e disorientato, l’incontro con due insegnanti speciali gli aprirà un mondo di nuove possibilità.
Immaginate se il vostro scrittore preferito vi invitasse su un’isola per risolvere un mistero. Questo è quanto succede a Lucy, la protagonista de L’isola del mistero di Meg Shaffer, che uscirà da Garzanti a fine agosto.
Lucy è cresciuta con i libri di “Clock Island”, una serie d’avventura dove i protagonisti devono superare diverse prove per riuscire a realizzare i desideri. Ora, che è adulta, tornerebbe volentieri a quei giorni in cui le bastava sfogliare quelle pagine per credere che tutto sia possibile. La realtà, invece, è che lo stipendio da maestra non le basta per arrivare a fine mese, men che meno per realizzare il suo sogno più grande: adottare Christopher, un bambino di sette anni che, come lei, è rimasto orfano. Eppure, forse ora Lucy ha la chance che attendeva da tempo.
Dopo anni di silenzio, l’autore di “Clock Island”, Jack Masterson, ha scritto a lei e ad altri fan fedelissimi una lettera dove li invita sull’isola dove ha ambientato le sue storie. Non si tratta di una visita di piacere, bensì di una competizione con un ambito premio: l’ultimo, attesissimo capitolo della serie, un’edizione di inestimabile valore.
Lucy dovrà fare affidamento all’intelligenza e al buon senso per riuscire a risolvere gli enigmi e superare gli ostacoli, perché nulla sull’isola è come appare. Ma deve ricordare che, come le hanno insegnato i libri di Masterson, solo le persone coraggiose realizzano i desideri, perché sanno che non basta esprimerli, bisogna impegnarsi per renderli reali.
Con La foresta nascosta, la scrittrice indiana Radhika Jha accompagna il lettore in un Giappone inedito, in cui mutano abitudini e certezze, modi di esistere e di pensare, tradizioni e culture, dove una visione del mondo sta gradualmente scomparendo sotto i colpi della speculazione e del profitto. A sostenere un sentimento profondo e uno sguardo acuto vi sono la maestria nel descrivere la natura e le passioni, e soprattutto la storia toccante di un uomo combattuto, in continuo conflitto con il proprio passato e con la figura ingombrante del padre, fino a comprendere la sua parte nella lotta tra la stasi e il cambiamento.
La foresta nascosta di Radhika Jha è un romanzo che intreccia la tradizione giapponese con le sfide della modernità. Kōsuke, un uomo di successo a New York, è costretto a tornare in Giappone dopo la morte del padre, un sacerdote shintoista. Il ritorno lo proietta in un mondo a lui familiare e allo stesso tempo straniero: il santuario di famiglia, circondato da una foresta antica e misteriosa, è in grave difficoltà economica.
La tradizione shintoista, un tempo pilastro della comunità, è sempre più minacciata dalla modernizzazione e dall’avanzata della criminalità organizzata. Kōsuke si trova di fronte a una scelta cruciale: abbracciare le proprie radici e salvare il santuario, o tornare alla sua vita precedente, lasciando alle spalle un passato che lo chiama con insistenza.
Mentre si confronta con la famiglia, gli amici e le pressioni esterne, Kōsuke intraprende un viaggio interiore alla scoperta di sé stesso e del suo rapporto con la tradizione. La foresta, simbolo di un mondo antico e profondo, diventa il luogo in cui riconnettersi con le proprie origini e trovare una nuova direzione.
In sintesi, La foresta nascosta è un romanzo che esplora temi universali come l’identità, il senso di appartenenza e la difficile coesistenza tra passato e presente. Attraverso la storia di Kōsuke, l’autrice ci invita a riflettere sul valore delle tradizioni e sulla necessità di trovare un equilibrio tra le nostre radici e i nostri desideri.
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