10 Libri da leggere a settembre 2024

10 Libri da leggere a settembre 2024

Dopo avervi svelato qualche chicca letteraria nella precedente rassegna, torno alla carica con nuove uscite! Settembre è il mese perfetto per gli amanti dei libri: è l’inizio di un nuovo anno editoriale, pieno di titoli interessanti. Preparatevi a una valanga di novità!

PER CHI AMA LA STORIA E LE CULTURE ANTICHE, I ROMANZI EPICI

Dalle antiche civiltà mesopotamiche alla nebbiosa Londra dell’Ottocento, fino ai giorni nostri, Elif Shafak intreccia le vite di personaggi straordinari. Arthur, un giovane sognatore affascinato dalle rovine di Ninive, Zaleekhah, una scienziata che cerca le risposte nelle profondità del Tamigi, e una bambina yazida, vittima di un destino crudele, sono solo alcune delle figure che si muovono in questo affresco epico.
Un’opera che ci invita a riflettere sul potere dell’acqua, elemento vitale e potente, protagonista invisibile di questo romanzo. Dai fiumi sacri dell’antichità alle acque inquinate dei nostri giorni, Elif Shafak esplora i molteplici significati di questo elemento, simbolo di rinascita, purificazione e, al tempo stesso, di distruzione e sofferenza.
Un romanzo che può piacere a chi ama le storie avvincenti, chi è interessato alle diverse culture e alle questioni ambientali, e chi cerca una lettura che lo faccia riflettere sulla complessità del mondo e dell’animo umano.

PER CHI CERCA UN ROMANZO CHE AFFRONTA TEMI COMPLESSI E ATTUALI, CHE PORTA IN MEDIO-ORIENTE E TOCCA TEMI COME L’IDENTITÀ E IL SENTIMENTO DI APPARTENENZA AD UNA COMUNITÀ

Romanzo vincitore nel 2024 dell’International Prize for Arabic Fiction, il più prestigioso riconoscimento per la letteratura di lingua araba.

Bassem Khandaqji è un autore palestinese nato nel 1983. Fu arrestato nel 2004, quando aveva 21 anni, e attualmente è ancora in prigione. Ha pubblicato raccolte di poesie, romanzi e articoli giornalistici.
Il protagonista Nur è un giovane rifugiato palestinese che vive nel campo profughi vicino a Ramallah, in Cisgiordania e per il suo aspetto (occhi e capelli chiari) viene spesso scambiato per un ebreo ashkenazita. Si è laureato in archeologia e ha deciso di scrivere un romanzo sulla vita di Maria Maddalena basandosi sui Vangeli gnostici. Ha una corrispondenza clandestina con l’amico d’infanzia Murad, detenuto nelle carceri israeliane, con cui discute spesso di questioni politiche e ideologiche relative all’occupazione israeliana. Un giorno Nur trova nella tasca interna di un cappotto che ha comprato nel mercatino dell’usato di Giaffa una carta d’identità di un cittadino israeliano che ha pressappoco la sua età. Vinto dal desiderio di lasciarsi alle spalle il campo profughi e potersi spostare liberamente per il Paese, visitando i siti archeologici di cui è appassionato, decide di far falsificare il documento apponendo la sua fotografia e di spacciarsi per israeliano, anche in virtù del fatto che padroneggia la lingua ebraica. Riesce a farsi assumere per una missione di scavi nei pressi di Megiddo. La sua falsa identità e la frequentazione dei colleghi allo scavo gli permetteranno di capire meglio la mentalità degli israeliani. Sarà anche l’occasione per creare e approfondire storie di amicizia e di amore. Nel frattempo, porterà avanti un dialogo interno, intenso e spesso doloroso, tra le sue due identità in conflitto: Nur (il palestinese) e Ur (l’israeliano). Un quadro originale della tragedia israelo-palestinese, che ci aiuta a capire lo stato d’animo di una delle due parti in lotta.

In una Libia soffocata dalla dittatura, Khaled trova rifugio nelle parole di Hosam Zowa, uno scrittore che gli apre gli occhi sulla possibilità di un mondo diverso. A Londra, dove si trasferisce per studiare, Khaled incontra Mustafa e insieme decidono di partecipare a una manifestazione contro il regime di Gheddafi. Ma un tragico incidente li costringe a fuggire, segnando per sempre le loro vite.
Perseguitati e costretti a vivere nell’ombra, i tre amici lottano per mantenere vivo il loro sogno di libertà. Le parole, che un tempo li avevano uniti, diventano ora un’arma a doppio taglio, minacciando di separarli. In un mondo segnato dalla paura e dall’incertezza, Khaled dovrà trovare il coraggio di affrontare il passato e costruire un futuro migliore.

Con la sua intrigante miscela di storia, politica e formazione personale, toccando temi universali come l’amicizia, l’amore, la perdita, la speranza e la ricerca della propria identità, questo romanzo piacerà a chi cerca storie che affrontano temi attuali come l’immigrazione, l’esilio, la lotta per la libertà e il potere della parola.

PER CHI APPREZZA LA LETTERATURA POLITICA E SI CHIEDE COME SIA CAMBIATA LA GERMANIA DOPO LA CADUTA DEL MURO E LA RIUNIFICAZIONE, PER CHI AMA I ROMANZI DI FORMAZIONE, PER CHI SA QUANTO SIANO PERICOLOSI GLI ESTREMISMI

1989, il Muro di Berlino sta per cadere e nella DDR al tramonto quattro bambini discutono un piano per rubare una pistola e scatenare una guerra contro la Germania Ovest. La guerra non scoppia, ma nel giro di poco la Germania Est cessa di esistere lasciando smarriti i suoi abitanti.
Come è stato possibile che i pionieri del socialismo crescessero e si trasformassero in neonazisti e picchiatori?
Un romanzo poetico, crudo e politico, descrizione magistrale dei giovani nati in DDR e cresciuti durante gli anni Novanta con il mito dell’Occidente e le svastiche tatuate sul petto.
Un romanzo di formazione al contrario, che si legge trattenendo il fiato mentre la narrazione si fa sempre più inquietante e dura e il protagonista, da giovane ingenuo e timido, si vede circondato da amici che collezionano cimeli del Terzo Reich, scatenano risse e si rasano i capelli a zero coltivando idee antisemite.
Daniel Schulz dirige la sezione di reportage e giornalismo investigativo del quotidiano tedesco “Die Tageszeitung”, occupandosi principalmente di Europa orientale, estremismo di destra e tematiche legate alla Germania orientale. Per la sua attività di giornalista è stato insignito di numerosi riconoscimenti 

PER CHI AMA I RACCONTI BREVI E INTENSI, LA LETTERATURA LATINOAMERICANA, I TEMI SOCIALI E PSICOLOGICI, LE STORIE DISTURBANTI

Dietro le mura domestiche si celano segreti oscuri, passioni sfrenate e un’ombra di violenza. In queste tredici storie, María Fernanda Ampuero ci conduce in un labirinto di emozioni contrastanti, dove l’amore si mescola all’odio, la tenerezza alla crudeltà. Con una prosa tagliente e incisiva, l’autrice dipinge un ritratto inquietante della famiglia, svelando le sue crepe e le sue fragilità. Un’opera che ci costringe a confrontarci con le nostre paure più profonde e con le ferite che portiamo dentro.
Tredici storie, tredici frammenti di vita, uniti da un filo rosso: la casa e i suoi abitanti. María Fernanda Ampuero, con maestria narrativa, costruisce un mosaico complesso e affascinante, dove ogni tassello contribuisce a comporre un quadro più ampio. Un’opera che ci mostra la potenza della parola e la capacità della letteratura di indagare le profondità dell’animo umano.
Con questa silloge l’autrice ci offre anche uno spaccato dell’America Latina, un continente segnato da profonde contraddizioni e da una storia complessa.

PER CHI AMA LE STORIE DI AMICIZIA E SOLIDARIETÀ, DI CORAGGIO E DI VOGLIA DI AFFERMARSI

Non è una notte come tutte le altre. Domani, finalmente Adunni andrà a scuola. Tia ha lottato a lungo per dare a quella ragazzina brillante e coraggiosa la possibilità di lasciarsi alle spalle la miseria di Ikati, il villaggio nigeriano in cui è nata e cresciuta, per inseguire il suo sogno più grande: studiare, per costruirsi un futuro diverso e, un giorno, insegnarlo anche alle altre bambine che, come lei, sarebbero altrimenti relegate al ruolo di moglie e madre, senza prospettive né istruzione.
Eppure, adesso che la guarda dormire, tutto ciò cui Tia riesce a pensare sono le parole che ha origliato per caso pochi giorni fa, mentre faceva visita alla madre gravemente malata. Perché, da quelle parole, è chiaro che la madre le ha mentito per vent’anni, nascondendo un segreto che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Tia vorrebbe cercare risposte, ma non c’è tempo: qualcuno sta bussando alla porta di casa sua, con l’intenzione di riportare Adunni a Ikati e dal marito da cui è fuggita. Dovrà quindi scegliere che cosa sia più importante: se fare luce sul proprio passato o aiutare Adunni, affinché la sua voce non venga messa a tacere, ma diventi un faro di speranza per tutte le ragazze del suo villaggio.

PER CHI AMA LE STORIE DI RISCATTO E DI RINASCITA, GLI ANTI-EROI, I PERSONAGGI COMPLESSI, LE STORIE CHE SI CALANO NEL SOCIALE

La vita contro di Rita Ragonese è un romanzo che scava a fondo nell’animo umano, un’intima esplorazione del tema della redenzione, raccontandoci una storia di riscatto e rinascita ambientata nella Venezia più marginale e meno turistica. Il fulcro della narrazione è l’incontro tra due anime ferite: Umberto, un macellaio burbero e solitario, e Angela, una giovane donna uscita dal carcere in cerca di una seconda chance.
I due protagonisti, così diversi per età, provenienza sociale e passato, si trovano a condividere uno spazio ristretto: il reparto macelleria di un supermercato. Umberto, segnato da una profonda solitudine e dal peso di una tragedia passata, rappresenta la Venezia più popolare e marginale, quella dei CEP e delle vite segnate dalla fatica. Angela, invece, incarna il contrasto tra una famiglia borghese e bigotta e un presente segnato da errori giovanili.
La loro relazione, inizialmente conflittuale, si trasforma gradualmente in un’amicizia inattesa e profonda. È proprio attraverso questo legame che entrambi i personaggi iniziano un percorso di crescita e di guarigione. Umberto, grazie alla presenza di Angela, ritrova un senso alla sua vita e impara a riaprirsi al mondo. Angela, a sua volta, trova in Umberto un sostegno inaspettato e la forza di affrontare il passato per costruire un futuro migliore per sé e per suo figlio Martin.

Ragonese, con una prosa delicata e intensa, ci conduce in un viaggio emozionante, mostrandoci la bellezza nascosta nelle piccole cose e la capacità di resilienza dell’animo umano. La vita contro è un romanzo che ci invita a riflettere sulla complessità delle relazioni umane, sull’importanza del perdono e sulla possibilità di riscrivere la propria storia.

PER CHI AMA LE TRAME AVVINCENTI, ED È AFFASCINATO DALLE DINAMICHE CREATIVE DIETRO LA SCRITTURA E L’ISPIRAZIONE

Elsa è una scrittrice di scarso successo in crisi di ispirazione. Ha pubblicato alcuni romanzi con una casa editrice minore, crede nel proprio lavoro, ma sa che non raggiungerà mai le vette letterarie della famosa Béatrice Blandy, la sua autrice preferita, quella di cui ha letto tutti i libri più volte. Avrebbe voluto conoscerla di persona, ma purtroppo Béatrice è morta improvvisamente, stroncata da un male incurabile. Quale non è la sorpresa di Elsa quando, un paio d’anni dopo, il destino la fa incontrare nientemeno che con il vedovo di Béatrice, Thomas! Tra i due nasce un idillio, un rapporto che porterà Elsa a penetrare in casa di Béatrice e conoscerla dall’interno. A cosa stava lavorando Béatrice quando il cancro se l’è portata via? Ha lasciato qualcosa d’incompiuto? Qualcosa che potrebbe fornire a Elsa l’ispirazione di cui ha disperatamente bisogno? Ed ecco che la storia d’amore si trasforma in un thriller letterario in cui una scrittrice vivente segue le tracce di una scrittrice defunta con la quale condivide lo stesso uomo. Le scoperte che fa Elsa, tuttavia, porteranno a una sua trasformazione profonda di cui Thomas non tarderà ad accorgersi…

PER CHI AMA I ROMANZI STORICI, GLI INTRIGHI, LE SCOPERTE E I COLPI DI SCENA

La bambola di porcellana di Kristen Loesch è un romanzo che intreccia passato e presente, realtà e fantasia, in un avvincente viaggio alla scoperta di sé. Rosie, una giovane donna, eredita dalla madre una collezione di bambole di porcellana e un misterioso quaderno di fiabe scritte a mano. Queste reliquie la conducono in un passato che credeva dimenticato, catapultandola nella Russia zarista, un’epoca di rivoluzioni, passioni travolgenti e segreti inconfessabili.
Attraverso le pagine del quaderno, Rosie scopre una storia d’amore proibito tra una nobildonna e un rivoluzionario, una storia che sembra rispecchiare aspetti nascosti della sua stessa famiglia. Intrigata e affascinata, decide di recarsi a Mosca per svelare i misteri che avvolgono le sue origini.
In Russia, Rosie si trova immersa in un’atmosfera ricca di fascino e mistero. Mentre esplora gli archivi e interroga i testimoni del passato, si imbatte in ostacoli e pericoli inaspettati. Le bambole di porcellana, con i loro sguardi enigmatici, sembrano osservarla e guidarla in questa avventura.
Man mano che si avvicina alla verità, Rosie si rende conto che il passato della sua famiglia è più complesso e oscuro di quanto avesse mai immaginato. Tradimenti, passioni, rivoluzioni: ogni tassello che scopre la avvicina alla comprensione di sé stessa e delle ragioni che hanno spinto i suoi antenati a fuggire dalla Russia.

La bambola di porcellana è un romanzo che ci invita a riflettere sul peso del passato, sull’importanza delle radici e sul potere della scrittura come mezzo di conoscenza e di liberazione. È una storia avvincente che ci trascina in un viaggio emozionante attraverso il tempo e lo spazio, alla scoperta di un amore perduto e di un’identità da riscoprire.

PER CHI AMA LA NATURA, I REPORTAGE ED HA A CUORE IL DESTINO DEL PIANETA

Questo libro si presta a essere letto in molti modi: come «una serie di dispacci da una battaglia all’ultimo sangue» – la battaglia per il futuro della diversità biologica sul nostro pianeta – travestita da romanzo di avventure, o viceversa. Ma anche come un invito a risintonizzare il nostro battito cardiaco con quello nascosto nelle vastità dimenticate della natura di cui siamo parte. Dopotutto, scrive Quammen, è ancora possibile, basta restare in ascolto.
Nella «vita precedente» a quella che lo avrebbe eletto massima autorità sul Covid-19 – pandemia di cui sarebbe diventato l’involontario profeta – David Quammen è stato anche, se non soprattutto, un avventuriero audace e insieme scanzonato. E, in quella veste, autore di una serie di memorabili reportage per «National Geographic», che nell’arco di vent’anni lo hanno portato nei luoghi più riposti (e spesso meno affabili) del pianeta: dall’«abisso verde» di paludi del Congo alle giungle impenetrabili del Gabon, fino alla Patagonia e alla Kamčatka. Scritti con taglio e stile memori dell’amato modello faulkneriano, quei reportage sono vere immersioni visionarie, non di rado esilaranti, nella «natura selvaggia» e nella sua abbagliante – ma ogni giorno più precaria – esibizione di biodiversità. Alcune regioni di questo tour de force sono già familiari ai lettori di altri libri di Quammen, a cominciare da Spillover. Qui, però, l’esotismo allucinato e la fauna variegata di quei luoghi non sono inquadrati come «serbatoi di terrore» nella nostra problematica convivenza coi virus; piuttosto, come un labirinto di delicati ecosistemi, sempre più minacciati dall’invadenza antropica.

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